Fungo
di Malta
Cymnomorium coccineum
Piddìcciu - Seddìtzi - Mìnka 'e Mòru
Il Cymnomorium coccineum,
chiamato "fungo di Malta" non è tuttavia
un fungo.
E' un parassita che, nutrendosi sul terreno che lo ospita, non ha bisogno
di clorofilla.
Il suo gambo senza foglie, che misura da 15 a 30 centimetri, è ricoperto
da un vello di fusticini rossi, con dei fiori scarlatti, minuscoli e
quasi invisibili, che le mosche bottinano assicurando così l'impollinazione
della pianta.
In Sardegna
un tempo la specie veniva usata come astringente, in particolare
nelle emorragie e leucorreee.
A S'Anna Arresi - nel Sulcis si beve il decotto di parte
aerea come antidiarroico.
A Calasetta con il fusto fiorito e in frutto venivano tinti i prodotti
artigianali in legno di colore rosso ciliegia, mentre a Cagliari
e nei paesi vicini si usava il fusto carnoso per ottenere una tintura
marrone scuro tendente al rossiccio adoperata nella tessitura. |
Del tutto commestibile e
nutritivo, la polpa del "fungo di Malta"
assomiglia a quella della mela, con una proprietà astringente e dissetante.
Fresco e pelato, il "fungo di Malta" ha
un gusto dolce. Secco, diventa amaro ma rimane rinfrescante.
Dopo la maturazione, quando la pianta diventa nera, viene ridotta in
una polvere che, infusa, si ritiene possa curare coliche e ulcere allo
stomaco.
I beduini d'Arabia sanno estrarre ancora oggi i pigmenti da questo fungo
per fare una tintura forte, di un magnifico colore rosso sangue.
Nel Medio Evo, i dottori
arabi definiscono il Cymnorium coccineum "gioiello delle droghe"
in quanto gli riconoscono degli usi terapeutici, sia contro le disfunzioni
del sangue, problemi di digestione o carenze concernenti la riproduzione
(impotenza e sterilità).
Il filosofo Al-Kindi (800-870) lo raccomanda per curare le irritazioni
causate dalla presenza di oggetti estranei sotto la pelle.
Al-Razi (865-925), lo consiglia come rimedio contro le emorroidi, le
emorragie nasali e dell'utero. Al tempo delle crociate, i Cavalieri
Ospedalieri dell'ordine di San Giovanni di Gerusalemme, apprendono subito
le virtù del "gioiello delle droghe". Diventati "Cavalieri di Malta"
nel XVI° secolo, ne conservano gelosamente il segreto e l'esclusività.
E' per questo motivo che in Occidente il Cymnorium coccineum
viene chiamato "fungo di Malta". I monaci
soldato, dopo averlo ridotto in polvere e diluito in diversi liquidi,
lo utilizzano per curare dissenterie, ulcere, emorragie e infezioni.
Ritenuto eccezionale contro l'apoplessia e le malattie veneree, il Cymnomorium
coccineum è utilizzato anche come contraccettivo, dentifricio e
tintura tessile. Fu prescritto anche per ridurre la pressione arteriosa,
i vomiti e l'irregolarità mestruale. Nel XIX° secolo, sparito ormai
l'interesse per la medicina galenica, furono dimenticate anche le virtù
del Cymnomorium coccineum.
Ai giorni nostri, l'etno-farmacologia,
sta riscoprendo le proprietà del "fungo di Malta"
e diversi studi sperimentali sembrano confermare il suo potenziale terapeutico.
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