Che cos'è il muralismo
?
Il termine muralista non si applica a tutta la pittura murale, che
sia antico affresco o firma post-moderna: il Muralismo
si definisce esclusivamente come arte pittorica figurativa che esprime
sullo spazio pubblico un contenuto ideologico popolare.
La tendenza Muralista è, per natura,
un epifenomeno della "lotta di classe". Così, durante tutto il xx°
secolo e a livello internazionale, i movimenti Muralisti
si sono opposti tanto all'ortodossia estetica delle élites quanto
alla stasi museografica.
Le origini Messicane
:
Gherardo
Murillo, professore presso l'Accademia di belle arti del Messico,
è il fondatore del Muralismo.
Nel 1904, di ritorno da un viaggio in Italia, dove gli affreschi del
'400 lo hanno impressionato, spinge i suoi allievi ad approfondire
la conoscenza di Giotto e Il Rosso e a riprendere la tecnica dell'affresco.
E' nel 1910 che Murillo stabilisce i canoni di una espressione pittorica
innovativa che dovrà, in quanto arte popolare messicana, esaltare
il patrimonio culturale pre-colombiano.
Respingendo la pittura detta "di Salon", Murillo esalta un'arte socialmente
orientata con la quale l'artista si espone, letteralmente, alla realtà
quotidiana.
Sotto il sole della rivoluzione messicana, il Muralismo
segna lo sviluppo dell'arte figurativa messicana e instaura una forte
connessione tra l'arte e l'ideologia politica.
Attingendo alle sorgenti impressioniste, post-cubiste e surrealiste,
dei pittori messicani come Diego Rivera, José Clemente Orozco e David
Alfaro Siqueiros fanno "uscire l'arte dai musei e da tutti i canali
riservati ad un'élite per renderla fruibile a tutti".
L'impegno sociale, la funzione pubblica dell'arte e la riscoperta
delle proprie radici culturali, sono i temi ricorrenti sui quali i
muralisti elaborano quella rinascenza pittorica. Le loro opere, esposte
allo sguardo della gente sugli spazi pubblici, negli edifici e nelle
scuole, esaltano la giustizia e la libertà.
Il Muralismo internazionale
:
Il disaccordo tra il regime politico messicano e i pittori Rivera,
Orozco e Siqueiros si accentua fino a che questi ultimi sono costretti,
nel 1930, ad esiliare negli U.S.A. dove faranno scuola.
Da lì il Muralismo andrà ad espandersi
in tutta l'America Latina, dall'Uruguay all'Argentina, e si farà conoscere
internazionalmente per il suo evidente sostegno al presidente cileno
Salvator Allende.
Fuori dalle frontiere messicane, la produzione muralista
diviene più universalmente comprensibile. I suoi segni pittorici,
elementari, sviluppano una simbolica facile da interpretare e che
andrà ad impregnare la memoria popolare mondiale.
Così, intorno agli anni 1960-70, portato dagli intellettuali e militanti
latino-americani minacciati da dittatori di triste memoria, il Muralismo
sbarca in Europa. Qui in un primo momento ben si accorda con l'espressione
degli slogans rivoluzionari. Ma, poi, via, via viene sempre più assimilato
dalle città verso una dimensione puramente estetica conoscendo una
fioritura di iperrealismo che già negli anni '80 ne avrà mutato la
sua originaria funzione.
Il Muralismo in Sardegna
:
In Sardegna le prime pitture Muraliste
sono state realizzate nel 1968 da Giuseppe
(Pinuccio) Sciola a San Sperate.
Questo centro agricolo del Sud-Campidano è stato onorato del titolo
di "paese-museo" tanto per essere stato il primo ad aprirsi al Muralismo,
che per il gran numero dei suoi murales più recenti. L'estetismo regna
maestro sugli affreschi di San Sperate : dei bei "faux-semblant"
ornano i suoi muri ciechi, ma si vedono così delle opere attestanti
una pura ricerca grafica, dei collages tri-dimensionali con tronchi
d' albero dipinti con colori vivi.
Ad Orgosolo i primi murales, opere del
gruppo anarchico milanese Dyonisos, sono datati 1969, ma la fase di
produzione più prolifica non comincia che nel 1975. I temi sottolineano
lo spirito particolare di questo paese tradizionalmente contestatario :
rivoluzione sarda ed internazionale, banditismo d'onore, pacifismo,
socialismo, lotta contro le ingiustizie, la corruzione e la povertà…
A Villamar il Muralismo
si esprime dal 1976, con le opere di due esiliati cileni Alan Jofre
e Uriel Parvex.
A partire dal 1977 si osserva uno spiegamento di Murales
in numerosi paesi della Sardegna, grazie agli sforzi del "Gruppo Arte"
guidato da Antonio Cotza, agli artisti di Serramanna ed alla Brigata
Muralista Salvator Alliende della Marmilla.
La maggior parte delle opere muraliste visibili in Sardegna esprimono,
per una visione legata al folklore, un attaccamento certamente al
mondo rurale e alle attività tradizionali mettendo in scena una sardità
improntata di sentimenti d'isolamento e di nostalgia.
Tuttavia, se i primi Murales sardi contestano con violenza l'ingiustizia
sociale e lo sfruttamento politico, quelli più recenti soddisfano
ormai più spesso l'estetismo urbano e la curiosità turistica.
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