Il medau è
una cellula abitativa rurale tipica del Sulcis e del suo habitat disperso
che può contenere da 4 a 15 case. Per quanto riguarda l'etimo di questo termine, (che non si riscontra solo nel Sulcis ma che indubbiamente nei suoi territori è maggiormente usato), è per lo più associato al latino metatium che significa ovile. Io lo avvicinerei più alla radice del verbo greco, usato nel periodo attico, metoicew (metoiceo - da considerare la frequente lenizione dal greco, o dal latino, al sardo tra la consonante dentale occlusiva sorda t e la dentale approssimante sonora d) che significa: cambio dimora, trasmigro, sono avventizio, giacché trattasi di abitazioni di pastori che da zone lontane sono giunti con le proprie greggi per la transumanza nei territori demaniali sulcitani -per alcuni secoli spopolati - e hanno fondano dapprima l'abitazione per la propria famiglia nonché i ricoveri per gli animali, e poi con acquisizione di terreni da coltura, hanno fatto crescere, attorno al proprio nucleo, altre abitazioni per altre famiglie imparentate o per famiglie di lavoranti, diventando anche contadini ed instaurando, qui nel Sulcis, una particolare sintesi pacifica tra contadini e pastori. I medaus hanno i patronimici dei coloni che li fondarono: Is Maccionis, Is Collus, Is Lais, etc. (l'articolo plurale e una esse finale al cognome ). Dagli anni 70 il miraggio dell'industrializzazione e dei suoi supposti benefici ha portato un progressivo abbandono delle campagne ed anche l'habitat ha conosciuto degrado e incuria. I medaus, che avevano popolato le campagne vicino ai monti e vicino al mare, spesso in posizioni panoramiche e al centro di pregevoli contorni paesaggistici, sono andati sempre più in rovina, spesso usati per allevamenti di animali fuori dalle norme o per immagazzinare vecchie masserizie per ipotetici riutilizzi. Quelle originarie famiglie che li hanno abitati ora vivono nei centri più grossi con maggiori comodità, meno disagi ma anche con una grave perdita di senso e di coesione comunitaria. |