P O E S I E


Foto di Vittorio Giannella da “Airone n.160/94”

Pelle di mulo - Lezione di storia - DIO E’ ROSSO - LA POVERTA’, FIGLIO
MINATORI - MINACCIA DI CHIUSURA: MANIFESTAZIONE A CAGLIARI
NEL CUORE DELLA TERRA - LAVERIA SUL MARE: 8 + 4 - Spirito di Muttos - NACQUE UOMO

Pelle di mulo

Ho preso la croce
della mia gente in croce.
Ora anch’io ho lo sguardo
del mulo imbrigliato.
Otto ore serviamo da servi
otto ore imbestiati in pelle di mulo.
Gli uomini son loro, i padroni del mondo.
Ma non è un segreto
che prepariamo lotte e vittorie
per bruciare tutte le pelli di mulo.
Ad uno ad uno tutti gli uomini
risponderanno a nome d’uomo.
Ho sentito sulla schiena
la bastonata che fa ribelli:
se imparo la calda vernaccia tra gli amici
nessuno dirà più: è quello
che ha la casa piena di libri.

Manlio Massole

Lezione di storia

Io dico tre uomini uccisi
io dico tre pene di sangue
io dico tre voci di lotta.
Era domenica quel quattro di settembre,
il mare era in tempesta e il cielo livido
il quattro di settembre del millenovecentoquattro.
Noi nascemmo in quel giorno
dal sangue che moriva
di Felice Lìttera, di Salvatore Montixi, di Giustino Pittau
imbattutisi nell’orrore del 42° fanteria.
I servi volevano essere meno servi,
gli uomini un po’ più uomini;
ma non ci fu pietà nel giorno del Signore.
Le fucilate le fucilate, furono venti le fucilate:
noi le sentiamo ancora nelle sere di silenzio,
se il cuore si fa attento al nostro destino di pianto,
provenire lente da Via Marina ancora dolorante
e vediamo Felice Lìttera, Salvatore Montixi, Giustino Pittau
camminare senza passi
lungo la strada della loro vittoria:
da Planu Sartu a Malfidato all’officina falegnami
e sorridono e ciascuno porta sulle spalle una bandiera rossa.
Io dico tre uomini uccisi
io dico tre pene di sangue
io dico tre voci di lotta.
Io dico tre eroi martirizzati.
Ce ne impipiamo di Pellico, di Gioberti, di Cavour,
ai nostri figli insegnamo altri eroi:
Felice Lìttera, assassinato a Buggerru;
Salvatore Montixi, assassinato a Buggerru;
Giustino Pittau, assassinato a Buggerru.
La maestra dagli occhiali spessi,
il professore morto di fame che non sciopera ancora
hanno voglia di dire storiche cretinerie
ché i nostri figli sono quel sangue lontano
che sa la verità del dolore, la verità della giustizia.
Io dico tre uomini uccisi
per il coraggio di essere uomini;
io dico tre pene di sangue
per sete di giustizia;
io dico tre voci di lotta
per conquistare un tempo di civiltà.
Il direttore era una lama affilata dentro le reni;
gli ordini, frustate a chinare teste già chine:
la vergogna non più sopportata fu la salvezza
dell’integrità dell’uomo.
E quando si tentò di levare sguardo d’uomo
(il cielo sapiente fu livido di pianto,
il mare sapiente s’agitò nell’angoscia)
arrivò da lontano l’orrore del 42° fanteria.
Non ci fu pietà nel giorno del Signore.
Le fucilate le fucilate, furono venti le fucilate.
Uccisi
pene
voci
Felice Lìttera
Salvatore Montixi
Giustino Pittau.

Manlio Massole

DIO E’ ROSSO
Miniera Planu Santu
foto di Gabriele Vargiu

Ho visto
pregare mani spaccate
sulla ruggine dei vagoni;
ho visto
la Costa Smeralda, sfrontata,
bestemmiare nella luce;
ora so
che Dio è rosso.
Come le nostre bandiere
di giustizia.
Come la ventura gloriosa
del sangue sulla croce.
Tu conservami rosso, mio Dio,
perché ho pianto,
perché ha pianto il mio amico,
perché ha pianto la ma gente.

Manlio Massole

LA POVERTA’, FIGLIO

La povertà è la gamba spezzata dall’autopala,
è l’occhio ucciso dalla mina;
la povertà è questo grande buio di miniera,
dove
(eredità antica di schiavi)
metalli faticati
col dolore di muscoli stanchi
tentano di inginocchiare la voce dell’uomo
a fianco al nitrito del cavallo cieco.
E’ difficile il Dio che ci salvi
nell’abisso, senza carità per noi,
senza perdono, ah sì, senza perdono!, per il padrone.
Stavo per cadere bocconi, figlio,
col nitrito del cavallo accecato:
m’ha salvato soltanto
una vecchia canzone d’amore
che dice del tuo sole su una bandiera.
E così, con quella bandiera,
me ne vado nella notte
incontro all’alba.

Manlio Massole

Miniera San Giorgio Sa Macchina Beccia
foto di Gabriele Vargiu

MINATORI

Abbiamo cuori aperti ad ogni croce.
Sui nostri corpi venduti,
sulle anime nostre ribelli
ad uno ad uno hanno piantato
tutti i dolori del mondo.

Manlio Massole

MINACCIA DI CHIUSURA:
MANIFESTAZIONE A CAGLIARI

Fiorirono i mandorli
quando chiudemmo il pugno
contro il ministro Piccoli.
“ Le mi – nie – re
non si chiu-dono!
Le mi- nie –re
non si chiu –dono! ”

La domenica si fece rossa
per i ricordi allo striscione:
“BUGGERRU
SIAMO GLI STESSI DEL ‘904”,
per la giovinezza delle bandiere Guspinesi.
Andammo in pace, senza dinamite,
ma pronti a tutte le battaglie.
Giovanni Battista Melis, il Sardo,
fu soltanto un grido d’amore
per la patria antica e martoriata:
ci sciolse la quarzite del cuore
e noi uomini delle miniere
fummo ragazzi all’assalto del futuro.

Manlio Massole

 

 
NEL CUORE DELLA TERRA
Laveria La Marmora Nebida
foto di Gabriele Vargiu

Conta le gocce del mare,
conta i granelli di sabbia:
avrai contato i nostri sospiri
nel cuore della terra.

Manlio Massole

 

LAVERIA SUL MARE: 8 + 4

Il mare sosta in bonaccia
da quanto conto lune e soli
attraverso i finestroni della laveria.

La luna sorgeva alle ore
il sole sorgeva alle ore
La luna tramontava alle ore
il sole tramontava alle ore
e mi segnavano un fatuo tempo
di felicità sul mare.

La luna sorge alle ore
il sole sorge alle ore
la luna tramonta alle ore
il sole tramonta alle ore
la giornata spartita in due turni,
ho consumato la settimana di luce,
ora, nelle dodici ore di notte,
campiono concentrati
di piombo zinco e calamina.
Mi segnano lune e soli
un tempo duro di burrasca:
a non tener salda la barra
rischio d’affondare.

Manlio Massole

 

 

Spirito di Muttos

III

Quarantadue sono le mine
nella fronte di quarzite crevassata.

Il nostro pane quotidiano
è fatto di roccia dura:
se qualcuno di noi grida
lo fa perché ha il mal di stomaco.

VI

Nessuno sa di noi:
siamo solo ombre sottoterra.

Sul foglio bianco
devo scrivere un grido;
se trovo un editore
molti vi conosceranno, compagni.

Siamo solo ombre sottoterra:
nessuno sa di noi.

Manlio Massole

 

 

NACQUE UOMO

CLasciate che pianga.
Lasciate che pianga una volta
con le smisurate mani nere
svenute sul vagone.
Lasciate che pianga, quel vecchio,
la giovane vita bevuta col latte di capra,
respirata nel vento di mare;
lasciate che pianga la lontana
preghiera di luce.
Solo oggi gli è morto nel cuore
il ragazzo che era: umano.
Poi si vergognerà
e griderà nella lotta il pugno al cielo.
Allora gridate con lui:
Uomini Uomini Uomini.
Ma ora,
oh lasciate che pianga una volta
assieme all’ululato
dell’anima sventrata.

Manlio Massole

 

 



Manlio Massole

 

Manlio Massole, è nato a Buggerru ( CA ) nel 1930 e vive ad Iglesias.

Ha pubblicato due raccolte di poesie: “Risacca” Ed. Club degli Autori e “ Bethger: il lungo dolore” Ed. Arca 1994.

Sue poesie, interventi ed interviste sono state pubblicate in numerose riviste , antologie e giornali (Trentino mese, Il Cerchio e le Linee, Alto Adige, Vita Trentina, Tam Tam, L’Adige, Il Manifesto, Airone, FABI In Trentino).
E' stato anche ospite in programmi culturali della TV RAI.

Manlio Massole
Foto di Vittorio Giannella da “Airone n.160/94”


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