Sulla corrispondenza Pianura di Atlantide - Campidano di Sardegna La spiaggia di Giorgino, un tempo vero paradiso per i Cagliaritani, prima dell'industrializzazione dell'area di Macchiareddu e i conseguenti dissesti ambientali, ha di recente riacquisito per molti vacanzieri locali, quel ruolo di meta ideale dove trascorrere alcune ore o intere giornate primaverili ed estive di perfetto relax, così apparentemente lontani dalla Città, così apparentemente lontani dal quotidiano caos urbano. Eppure, proprio lì 3200 anni fa, un'altra città, la CITTA' del mito per eccellenza, consumava gli ultimi suoi giorni ..... Le prime colonne d’Ercole, come dimostrato da Sergio Frau nel suo fondamentale studio sull’argomento(1) erano localizzate nel Canale di Sicilia, fatto ormai ammesso anche dai più tenaci detrattori del giornalista romano. A quest’ultima ammissione però normalmente non fanno seguito le logiche conseguenze e cioè il travaso entro il Mediterraneo occidentale di gran parte dei luoghi della storia e del mito trasportati più recentemente nell’Oceano Atlantico. Fra questi Tartesso, Gadir (Gadès), Erithia, le isole Cassiteridi, il giardino delle Esperidi per citarne alcuni; fra tutti il più celebre e ricercato, che troverebbe anch’esso ospitalità nel Mediterraneo occidentale, è l’Isola di Atlantide. Frau sostiene l’equivalenza Atlantide=Sardegna. Non è il primo ad averlo fatto, ma è il primo ad averlo dichiarato con il supporto di prove sufficienti….le Colonne d’Ercole sono la vera chiave per qualunque reale proposta localizzazione dell'Isola Mito e lo sanno tutti coloro che hanno dato credito alla favola Platonica e hanno cercato l’Isola ovunque per il mondo! In quanto utili per l'analisi che segue riportiamo alcuni estratti dal "Timeo" e dal “Crizia” di Platone relativi alla descrizione di Atlantide :
A fronte di questi 4 argomenti forti a favore della localizzazione suddetta, ne esistono altri 4, altrettanto forti, contrari:
La III) è stata giustificata da S. Frau nel seguente modo: siccome l'Atlantico, fino all'inizio dell'età punica era il nome (greco) del 3° bacino del Mediterraneo, l'isola localizzata al suo centro prese il nome, dal mare che la circondava, di Atlantide. E' inoltre vero che la III) è valida per tutte le altre terre proposte come possibili Atlantidi, ad esclusione dell’Africa nord-occidentale, individuata da tanti come culla di civiltà e da alcuni come vera Atlantide, anche per la persistenza del nome nella più estesa catena montuosa di quella regione. Soffermiamoci un attimo sulla I): molti sostengono che il mito sia troppo elaborato per essere vero; coinvolge non solo Atene direttamente, ma tutto il Mediterraneo e con esso l’Egitto. E dall’Egitto fa derivare la fonte del racconto! Supponiamo invece che il mito abbia un fondo di realtà e proviamo ad analizzare in breve alcune conseguenze: Solone avrebbe appreso queste notizie da alcuni sacerdoti Egiziani, ma dato il contenuto del racconto quegli stessi sacerdoti dovevano aver letto qualcosa da fonti scritte o tramandate oralmente. Quelle fonti, soprattutto per quanto concerne la descrizione geografica dell'Isola, non potevano che essere frutto di osservazione diretta dei luoghi! Colui che tramandò quella parte del mito doveva aver visto quelle terre lontane. L'altro fatto fondamentale descritto è la battaglia degli Atlantidei contro l’Egitto in Egitto. E qui ha assolutamente ragione Frau : abbiamo documentate le tentate invasioni, ai danni della terra dei Faraoni, da parte di popoli che provenivano dall’occidente, prima dell’età greca classica. Le invasioni dei Popoli del Mare, a più riprese, condizionarono l’Egitto (e tutte le altre grandi civiltà che si affacciavano nel primo bacino del Mediterraneo) durante gli ultimi secoli del II millennio a.C. Data la puntuale descrizione di una parte dell’isola di Atlante, è possibile che qualche egiziano si fosse recato lì e da quei viaggi avesse ricavato quella descrizione: in tal caso però i testi geroglifici avrebbero più volte parlato di questa terra. E’ più probabile che a portare notizie siano stati gli stessi invasori, poi fatti prigionieri e parzialmente integrati nella civiltà del Nilo. Per concludere: o gli egiziani avevano modo di frequentare l'Isola mito, oppure gli Isolani frequentavano l'Egitto. Questo esclude, in quanto non verosimili, tante soluzioni proposte quali identificazioni di Atlantide: Gran Bretagna, America, Giappone, Isole Atlantiche varie …. ma come e possibile che gli egiziani, che mai si sono spinti neppure sulla sponda opposta del Mediterraneo, potessero conoscere queste terre così lontane? Se Atlantide è mai esistita doveva trovarsi dentro il Mediterraneo e questo fatto allontana il mito e rende più reale il racconto Platonico, come conferma un’altra notizia, riportata dallo stesso Platone nel Crizia. Infatti nell’elencazione dei re dell’isola, il gemello di Atlante è detto colui che: “aveva ricevuto in sorte l'estremità dell'isola verso le Colonne di Eracle, di fronte alla regione oggi chiamata Gadirica dal nome di quella località, in greco era Eumelo, mentre nella lingua del luogo Gadiro”. Tutta la restante descrizione dell’Isola sembra non aver alcun contatto con l’attualità geografica dei tempi di Platone eppure nel passo sottolineato non solo si parla di una regione nota ma si fa discendere il suo nome da quello, nella lingua del luogo, del gemello di Atlante! Supponiamo quindi che il racconto Platonico
fosse fondato su fatti reali: l’unico ostacolo che si oppone alla localizzazione
dell’isola mito in Sardegna è quello dimensionale: Ecco perché è difficile ragionare sulle dimensioni:
questa potrebbe davvero essere interamente un’invenzione Platonica oppure
un aggiustamento o da parte di colui che tramandò la storia, o dello stesso
Platone, con un incremento dei dati riferiti; ad esempio, e lo hanno proposto
in tanti, moltiplicando per 10 tutte le misure lineari relative
alla Pianura Atlantidea. I corrispondenti valori superficiali
risulterebbero così incrementati di un valore pari a 10x10=100. L'isola
di Atlantide avrebbe perciò una superficie compresa fra 18.000 e 38.000
km² (nel caso adottassimo lo stadio egizio, pari a 157,5 m, le superfici
corrispondenti sarebbero di circa 15.000 km² e 30.000 km²) . La ricostruzione della pianura atlantidea e della posizione della città Capitale fornita dall’architetto Macoratti (vedi Fig. 1) non è pienamente rispondente alla attuale realtà geografica isolana per alcune questioni:
2) manca la possibilità di immaginare, anche solo a tratti, un qualche fossato che fosse realizzato lungo il perimetro della pianura; 3) la Città è ingiustificatamente ed eccessivamente marina e così la pianura, nella sua porzione meridionale: il livello del mare negli ultimi 3.000 anni ha subito, è vero, un sollevamento di almeno 5 m, ma è anche vero che la pianura del Campidano solo nell’ultimo millennio si è estesa verso lo stagno di S. Gilla di diversi chilometri, grazie ai detriti alluvionali trasportati e depositati dai fiumi Cixerri e Flumini Mannu. 4) Il metodo di calcolo adottato per la determinazione dei lati della Pianura è eccessivamente elaborato rispetto alla presentazione numerica che ne dà lo stesso Platone, che si presenta al contrario estremamente semplice
Della conformazione dell’Isola di 3500 anni fa sappiamo poco, soprattutto
relativamente alla linea di costa. Se però ipotizziamo sconvolgimenti
di immani proporzioni tipo la sommersione di una città al largo di Sarroch,
siamo autorizzati a considerare probabili conclusioni proposte da sempre,
tipo la scomparsa del Continente, sommerso chissà sotto quale mare o oceano!
Grandi cataclismi sono stati individuati come responsabili della decadenza
o cancellazione di intere civiltà del passato. Difficilmente un cataclisma
può provocare sconvolgimenti geografici senza lasciare tracce evidenti.
Siamo più propensi a credere che, se l'Isola Atlantide era la Sardegna,
l'attuale o meglio la recente geografia dell'isola (prima
delle grandi opere dell'ultimo secolo) deve fornirci le corrispondenze
cercate. Siamo abituati a vedere la riproduzione precisa della planimetria dei luoghi nelle attuali carte geografiche. Tali carte hanno però due difetti fondamentali:
Proviamo ad affidarci allora al lavoro di
geografi che, dal punto di vista tecnologico, sono molto più vicini ai
tempi di Platone che a noi.
Perché allora cercare la città di Atlantide sommersa sotto 50 e più metri di sabbia e fanghi! E’ molto più realistico pensarla ancora ben inserita nella topografia attuale e per la quale sia facile ipotizzare conseguenze sconvolgenti qualora fosse stata colpita da un maremoto accompagnato da alluvioni da lato terra… Nell’isola di S.Simone (la principale entro lo stagno di S.Gilla e di forma stranamente circolare) sono stati effettuati ritrovamenti importanti almeno di età cartaginese; la stessa Cagliari precartaginese pare sorgesse nel litorale prospiciente la stessa isoletta; a Troia per millenni dopo ogni distruzione della città è seguita una riedificazione! Fatte queste premesse è possibile reinterpretare come segue il testo platonico, laddove viene descritta la pianura di Atlantide. In particolare il passo: ”tutto il territorio si diceva che fosse alto e a picco sul mare, ma quello intorno alla città era tutto pianeggiante, circondava quella (città) ed era esso stesso circondato da monti che si estendevano fino al mare, piano e uniforme, allungato nell’insieme tremila stadi sull’altra parte, duemila verso il centro, dal mare verso l’alto” può essere letto, così com’è scritto, immaginando un quadrilatero disposto con:
2) l’asse mediano E-O di lunghezza circa 300 stadi, intendendo nel testo platonico “sull’altra parte”, come “perpendicolarmente alla direzione città-centro dell’isola”! Ne risulta un quadrilatero disposto coi lati
maggiori in direzione circa E-O, che è quello che comprende le direttrici
economiche storiche più importanti dell’isola: In età storica Cagliari era approvvigionata
d’acqua grazie ad un acquedotto che convogliava verso la capitale le acque
della sorgente di Caput Acquas e, soprattutto, quelle perenni e abbondanti
della sorgente di S. Giovanni, entrambe poste nel Cixerri e anche particolarmente
ad ovest! Già questo dimostra una dipendenza e quindi un legame del territorio
cagliaritano con la piana del Cixerri e quindi dà maggior peso a questa
interpretazione. I confini ipotizzabili sono i seguenti:
2) ad ovest il corso del rio san Giovanni, fin oltre le grotte omonime 3) a nord il rio Leni e l'area degli stagni al centro del Campidano (oggi non più esistenti in quanto bonificati, ma fino al medioevo reale limite fisico) 4) a est il bordo del campidano e in parte il rio Mannu, la porzione di pianura a est rispetto alla capitale delimitata da alcuni corsi d’acqua importanti Il risultato, ricostruito sulla
carta della Sardegna di A. Della Marmora in Fig.4, è rappresentato dalla
linea blu.
Il rettangolo che ne deriva ha lati di 47,5 km e 31,5 km e, com’è evidente, contiene con buona approssimazione la pianura delimitata con la linea in blu (la corrispondenza è anzi sorprendente)! In questa proposta interpretativa la fine della pianura non dista 8,88 km (o 7,87 nel caso dello stadio egizio) dal centro della città, così come ha interpretato l'Arch. Macoratti. Il passo del “Crizia” dove si chiarisce questo elemento geografico è il seguente, nella traduzione riportata dall’Arch. Macoratti: «…..vicino poi alla pianura, ma al centro di essa a una distanza di circa 50 stadi, c’era un monte…..». E’ un dettaglio, ma è importante: c’è scritto che la distanza di 50 stadi è quella del monte-città dalla pianura, non dal limite della pianura; tutta la descrizione che segue lascia intendere che la pianura abbracci l’anello di mare entro cui sta l’isola: vengono infatti descritte 3 cinte di mare e due sole di terra! Ci vuole dell’altra terra per circondare l’ultima cinta di mare e tale terra può essere tranquillamente la pianura che abbraccia lo stagno! Il limite della pianura può così interpretarsi, ad es., come il limite dell’ultima cinta di mare, così come nella presente ricostruzione in verde scuro (purtroppo poco visibile a tale scala) e come anche sembra dire chiaramente Platone nel passo del Crizia che abbiamo sottolineato e che riportiamo qui di seguito: "(il fossato) Riceveva i corsi d'acqua che discendevano dai monti e girava intorno alla pianura, arrivando da entrambi i lati fino alla città, da lì poi andava a gettarsi nel mare"; la città è cioé realizzata all'interno della pianura!.
Se volessimo dare ulteriore credito al racconto platonico dovremmo anche cercare di individuare, all'interno dell'Isola, i dieci regni dei figli di Poseidone. La Fig. 5 è una proposta di suddivisione dell'isola in dieci province che ricalcano altrettante regioni storiche dell'isola di superficie più o meno simile. In tale ricostruzione la Corsica non fa parte dell'Isola Atlantide ma figura come terra vassalla; lo stesso vale per Maiorca e Minorca. L'acheologia ha infatti provato la decadenza della civiltà torreana corsa prima dell'apogeo dell'età nuragica. Mentre in Sardegna venivano edificati i più imponenti e sontuosi monumenti dell'antichità isolana, la Corsica subiva, presumibilmente, un'invasione armata! L'archeologia ha inoltre evidenziato le analogie esistenti fra il megalitismo delle Baleari e quello sardo, la vicinanza architettonica fra navetas e tombe dei giganti, fra talaiot e nuraghe. Anche in queste isole non abbiamo però i risultati regali che si ritrovano in Sardegna realizzati nello stesso periodo storico.
Pur convinto della bontà della tesi di Sergio
Frau, ritengo che gli effetti di una eventuale inondazione da maremoto
vadano ricercati negli immediati dintorni di Cagliari.
Bibliografia.
Note: 1 S. Frau, le Colonne d’Ercole, un’inchiesta, ed. Nur Neon, Roma 2002 (torna al testo) 2 Molte raffigurazioni dell'isola di Atlantide si basano sulla descrizione della sola Pianura Atlantidea. L'isola viene descritta molto più ampia e articolata! (torna al testo) 3 Equivalente al doppio della superficie della Pianura. Stiamo cioè supponendo che la superficie montuosa fosse circa uguale a quella della pianura (torna al testo) 4 Per interpretare meglio il dato platonico osserviamo che la superficie dell'isola più grande sulla terra, la Groenlandia, è di circa 1.800.000 km² (torna al testo) 5 La Sardegna ha una superficie di circa 24.000 km² (torna al testo) |
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