Il
percorso del bisso ci porta da lei :
Chiara Vigo nasce a Calasetta, sulla costa nord dell'isola di S.Antioco,
il 1° Febbraio del 1955. E' nipote di Leonilde Mereu, l'ultimo
maestro che in quegli anni fa scuola di bisso.
Da bambina Chiara ama trascorrere lunghi periodi a contatto con la nonna
percependo già la forza della sua grande spiritualità e della preziosità
dei suoi saperi. E così Leonilde Mereu comincia con lei un lavoro
di iniziazione.
La bambina, via, via fino alla giovinezza di 18-20 anni, farà proprio
quell'enorme e profondo mondo di saperi e quella particolare sensibilità
che sono condizioni indispensabili a che la nonna gli trasmetta la lavorazione del bisso. Nel frattempo Chiara ha conseguito alcuni diplomi
di scuola statale che potrebbe utilizzare per intraprendere un qualsiasi
impiego moderno, ma non è questo che le interessa. Anzi incomincia a soffrire
per quella aberrazione del nuovo vivere socio-istituzionale che mentre
cancella i maestri come vivo serbatoio di valori, vede sempre più le antiche
arti relegate a semplici vetrine museali, a contenitori vuoti.
Quindi il legame affettivo con la nonna diventa inscindibile e irrinunciabile
legame culturale. Così Chiara si affaccia al bisso scoprendo presto
che la passione, la pazienza, la fatica, la cura minuziosa del particolare,
sono gli strumenti del suo svelamento.
Il
fascino
delle realizzazioni artistiche della nonna
Leonilde, la profonda spiritualità che la governa inducono Chiara
ad intraprendere questo difficile percorso. Difficile perché ormai i tempi
sono cambiati e la morfologia dell'ambiente sia naturale che umano è irriconoscibile.
La marea consumistica ha piegato le radici degli antichi mestieri, ha
slegato le comunità dalla natura dei propri luoghi, ha prodotto l'alterazione
totale dei propri bisogni.
La
Pinna Nobilis,
la misteriosa nutrice di questa meravigliosa
storia è dichiarata nel 1992 , da una direttiva del Consiglio Europeo
(in Italia nel 1997 trasformata in Decreto dal Presidente della Repubblica)
animale in via di estinzione e quindi protetta.
Chiara Vigo sembra sia sola nel Mediterraneo e quindi nel
mondo, a voler tenere in vita una tradizione millenaria.
E' sola con la consapevolezza che la perdita del filo del bisso equivarrebbe
alla perdita del senso di preziosità della natura, alla perdita conseguente
di tutto quel sapere che le comunità nell'isola e nel Mediterraneo centro-orientale
hanno espresso nella loro storia. Ha dalla sua solo una grande passione :
il giuramento fatto alla nonna, capisce, è e sarà la sua vita, tesserà
il bisso finché sarà possibile.
Così
intraprende con tenacia
l'abbattimento
dei grandi ostacoli e scopre e reinventa - dice - un nuovo modo di utilizzare la
Pinna senza danneggiarla.
Per sette anni studia il suo habitat, si immerge con venti forti o leggeri,
al chiarore della luna o al buio. Riesce a capire che ai primi di Maggio
i fanghi dello stagno sono più molli e si può togliere il mollusco,
tagliare una parte della seta, e ripiantarlo nel fondo senza farlo morire.
Capisce che in quel modo ricrescono i filamenti e l'animale non è danneggiato.
Ma questa sua faticosa scoperta serve a poco se non si ripristinano le
condizioni favorevoli nell'acqua dei bassi fondali. Sono molteplici i
suoi appelli a che si faccia qualcosa per impedire gli allevamenti in
vasca di specie ittiche sia nello Stann 'e Cirdu e sia nel golfo
di Palmas, per prevenire gli scarichi in acqua di sostanze nocive e per
vietare la pesca con le reti a strascico.
Contemporaneamente
Chiara Vigo dimostra di riprendere in
mano il lavoro che gli è stato tramandato facendo conoscere le sue realizzazioni
tessute in bisso. Gli "uccelli", i "leoni", i "pavoni" che prendono vita
dalle sue mani, risultano delle vere e proprie perle rare non soltanto
nella loro raffinata tecnica ma anche nella loro evidente valenza artistica.
Ed è con questi piccoli pezzi molto preziosi che Chiara si fa conoscere
al mondo. E' invitata in numerosi congressi e vetrine internazionali.
Riceve riconoscimenti. Prestigiose riviste nazionali ed internazionali
pubblicano servizi su di lei. Trasmissioni televisive pubblicano documenti
su di lei.
Nel
2002
tiene a Torino alle Scuole Leumann una
conferenza sul bisso e la sua lavorazione intitolato "L'oro del mare
incontra i fili della terra" e in quell'occasione grande interesse
ha riscosso il suo lavoro tra tessitori ed esperti provenienti da tutto
il mondo.
È entrando nella stanza di
Chiara, (come ha fatto chi scrive) parlando con lei che ci si rende
conto di quanto di importante, insieme alla salvaguardia del tessuto marino,
si debba recuperare di noi stessi. Si perché noi tutti siamo tessuti di
bisso, di mare, di globalità, siamo piccole cose ma preziosamente uniche.
Questo ed altro ancora insegna il maestro di bisso Chiara Vigo,
facendoci scoprire ragioni e sensi che vanno oltre il tempo e oltre lo
spazio a noi circoscritto. Incontrarla segna l'inizio di un emozionante
percorso, come il filo di seta marina, che grazie a lei è giunto oggi
fino a noi. Noi possiamo andare da lei e farle sentire il valore della
sua impresa e dirle : "grazie per averci fatto conoscere il tessuto del mare". Chi scrive lo ha fatto, e chi vuole
può cogliere l'invito ad entrare insieme a lei e riaprire il ricordo del
suo emozionante incontro con Chiara.
a
v a n t i
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