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Sono
state evidenziate alcune possibili rilocalizzazioni dei luoghi mitici
dell'occidente antico, come risulta dalle ricerche di S.Frau sulla
base delle affermazioni dei testimoni dell'antichità.
La base fotografica è stata tratta da xoomer
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Tartesso
è la località posta nell'estremo occidente conosciuto di cui parlano
geografi e logografi greci e latini, senza mai chiarirne, come vedremo
nel seguito, la posizione in maniera precisa e inequivocabile.
E' il regno di Argantonio
al di là delle colonne d'Ercole, il mercato vergine scoperto intorno
al 640 a.C. da Coleo di Samo nelle Storie Erodoto(1).
E' il fiume le cui sorgenti sono poste di fronte all'isola Erithia
nella Gerioneide di Stesicoro(2).
E' un fiume, un ampio territorio, una città (l'antica Gadira) i cui
abitanti commerciano in lungo e in largo per i mari occidentali, nell'Ora
maritima di Avieno(3).
E' sempre associata a metalli quali l'argento, lo stagno, il piombo.
Abbiamo alcuni silenzi che
ci insospettiscono e creano incredulità e imbarazzo :
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Omero, nell'Iliade
e nell'Odissea non cita mai Tartesso.
-
Strabone nella
sua opera Geografia, libro III, scritta nei primi anni dell'era
Cristiana, constatando l'assenza nell'Odissea del nome Tartesso,
riferisce di una possibile presunta confusione operata dal Poeta
fra il Tartaro, luogo mitico dell'oltretomba, e Tartesso(4).
-
Esiodo, poeta
dell'VIII sec. a.C. nelle opere a noi pervenute non mostra di conoscere
alcuna Tartesso.
-
Scilace di Carianda,
nel problematico e rimaneggiato Periplo che porta il suo
nome, nel VI sec. a.C., non parla di Tartesso !
In tal caso per chi conosce l'opera l'obiezione
è ovvia : nella presentazione l'autore dice chiaramente che la descrizione
geografica effettuata nell'opera, oltre al paese degli Etiopi, riguarda
tutte le coste comprese fra le colonne d'Ercole europee e le colonne
Libiche. Questa sarebbe un'ulteriore dimostrazione del fatto che
Tartesso si trovava nelle attuali coste Andaluse, al di là dello
stretto di Gibilterra! Un altro fatto però è risaputo: non solo
Scilace, ma anche coloro che anno effettuato aggiunte e integrazioni
all'opera, dimostrano di conoscere ben poco sul lato Europeo del
terzo bacino del Mediterraneo e a parte la breve citazione sulla
posizione rispetto alle altre terre, nulla dicono su Sardegna, Corsica
e ancora meno sulle Baleari. Inoltre nell'opera di Scilace è detto
che oltre le colonne d'Ercole sul lato europeo i Cartaginesi avevano
molti empori...molti empori punici e nulla su Tartesso... molti
empori punici là dove i punici non hanno mai messo piede in base
ai dati archeologici !
L'esistenza e la fama della località dai
tempi della guerra di Troia sarebbe provata dalla sua coincidenza
con la Tharshish biblica, anch'essa di indefinita localizzazione,
di cui rendiamo conto estesamente in Appendice.
Tartesso
scompare nel nulla a cavallo fra VI e V sec. a.C.
Solo dopo la sua cancellazione
dalla storia e dalle carte geografiche, gli autori alessandrini e
latini dichiarano di sapere dove sorgesse la città : Strabone,
Pomponio Mela, Plinio e Tolomeo, ritenevano che
Tartesso coincidesse con la città di Carteia, posta nelle coste spagnole
nei pressi del promontorio di Calpe, una delle moderne Colonne dello
stretto.
Prima di loro la stessa convinzione l'avevano Timostene ed
Eratostene !
Si tratta però di dichiarate supposizioni, in quanto già loro, così
vicini temporalmente all'età d'oro della famosa località, non avevano
alcuna notizia, nella presunta madrepatria di
Tartesso, di quella reltà !
Gli autori latini, davanti al dilemma
dell'ingiustificata scomparsa, da un giorno all'altro, della città
mito, sostennero la sua probabile distruzione da parte dei Cartaginesi
(oggi si parla di invenzione, ma forse era notizia vera, giunta ai
latini per bocca degli stessi punici).
Attualmente la maggior parte degli studiosi ritiene che quella realtà
sia semplicemente decaduta e quindi scomparsa a causa di una profonda
crisi economica legata alla conquista dei traffici commerciali da
parte dei mercanti fenicie e greci.
La si sta cercando (ormai da oltre un secolo) lungo la valle del Guadalquivir
e, in particolare, nei pressi della foce: nessuno dei tanti scavi
archeologici lì effettuati ha ad oggi restituito anche solo parti
della città scomparsa. I ricchi corredi funerari risalenti a non oltre
l'VIII sec. a.C., denunciano l'esistenza di una civiltà che, col progredire
delle ricerche archeologiche, mostra forte omogeneità su un territorio
molto vasto. Non è stato trovato un centro con ruolo predominante,
di irradiazione culturale. Al contrario, le ricerche archeologiche
più recenti, sottolineano anche per l'area Iberica(5),
un ruolo di civilizzazione svolto dai coloni fenici che "a frotte"
avrebbero invaso l'area meridionale e quella occidentale della penisola,
insegnando ai nativi i metodi di coltivazione e trattamento dei minerali,
oltre all'introduzione di nuove colture, nuovi stili architettonici
ecc. ecc(6).
"Se non trovo la città ciò può voler dire che
la città non sia mai esistita !". E' proprio quello che oggi
viene proposto dalla maggior parte degli esperti, di fronte al fallimento
di tutte le ricerche : Tartesso sarebbe stato allora il nome di una
regione, attraversata dal fiume omonimo (di cui ci parlano molte fonti
classiche) non urbanizzata ma caratterizzata da piccoli centri abitati
sparsi su tutto il territorio e tutti dipendenti da un unico sovrano
la cui reggia non è ancora stata ritrovata !
Più che la città oggi infatti interessa ritrovare la dimora di quel
re Argantonio ricordato da Erodoto, e dei suoi predecessori.
Nel 2002 lo straordinario lavoro di Sergio
Frau(7)
ha rimesso in discussione le più diffuse convinzioni in fatto di geografia
dell'occidente antico dimostrando come una serie di fatti assunti
come certi siano in realtà delle interpretazioni opinabili se non
certamente erronee.
La corretta localizzazione delle Colonne d'Ercole
nel Canale di Sicilia, probabilmente nel punto in cui si avvicinano
maggiormente i due continenti contrapposti Europa e Africa, consente
al giornalista romano di restituire all'ambito del terzo bacino del
Mediterraneo la paternità di molti miti e luoghi famosi dell'antichità,
spostati successivamente nell'estremo occidente, nell'ultimo Atlantico
!
E proprio con riferimento a Tartesso propone la sua localizzazione
nel più lontano occidente conosciuto dai greci nel VII sec. a.C. e
cioè in Sardegna. Si spinge anche oltre e individua nella Nora prepunica
la possibile sede di quella città.
Il lavoro di Frau ha suscitato forti proteste, perlopiù ingiustificate,
da una parte del mondo accademico e fortissimo interesse dall'altra
parte, grazie alle numerosissime prove messe in campo.
Quello che è mancato fino ad oggi, da parte di coloro che dicono di
condividere le tesi del giornalista romano, studiosi di professione
e/o per passione, è stato l'approfondimento di tutti quei temi lasciati
in sospeso e che meritano ulteriori ricerche(8).
Il tema Tartesso e la Sardegna è uno di questi.
Se accettiamo come vera la testimonianza dei geografi antichi che
posizionavano le Colonne d'Ercole nel canale di Sicilia, non possiamo
ignorare il fatto ad es. che Tartesso la si debba cercare anche e
soprattutto in Sardegna !
In questo articolo presenteremo
le prove a favore della tesi di Frau
anche col contributo di nuovi recenti studi e scoperte.
Mario
Cabriolu
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