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Tartesso e la Sardegna

Vediamo ora alcuni documenti che attestano, alcuni in maniera inequivocabile, un legame fra la seconda isola del Mediterraneo e la mitica Tartesso.

  1. - La prima testimonianza è meno diretta delle seguenti perché non lega con precisione Tartesso alla Sardegna ma la pone così lontana dall'Atlantico e così vicina alla Corsica che... Si tratta del famoso racconto di Erodoto delle esplorazioni Focee in occidente e del re di Tartesso Argantonio(1). S.Frau ha commentato il passo in maniera magistrale tanto che non ci sentiamo di aggiungere nulla(2). Lo straordinario lavoro di G.Sanna, di cui parleremo più avanti, ha portato ulteriori prove documentali sulla probabile esistenza, in Sardegna, di un re Argantonio !

  2. - Sallustio e Pausania ci hanno raccontato di come il condottiero iberico Norace(3) avrebbe fondato Nora, la città più antica della Sardegna, dandole il proprio nome. Più tardi Solino completa la notizia dichiarando Tartesso madrepatria di Norace(4).
    E' difficile interpretare questo passo anche perché in esso vi è una delle più antiche attestazioni del nome dell'edificio che è sinonimo di Sardegna, il Nuraghe.
    E la notizia potrebbe rientrare fra le tante favole di fondazione proposte da autori classici, se non costituisse un'anomalia proprio da questo punto di vista.
    I greci, imitati in questo dai latini, costruivano i miti sulla civilizzazione dei popoli o sulla fondazione di città, per dimostrare la legittimità, da parte loro, della sottomissione o dell'aspirazione alla conquista di quel dato popolo o città : è il caso proprio della Sardegna, civilizzata da Aristeo, edificata da Dedalo, conquistata da Iolao, ecc.
    Nel caso di Nora la notizia ci viene riferita da Pausania che sembra riprenderla da Sallustio il quale si rifà forse a Timeo, autore del IV-III sec. a.C
    Tartesso è quella località/città dell'occidente che non deve niente all'azione civilizzatrice ellenica; è una sorta di isola ricca e felice che fa quasi ombra alla grandezza ellenica (tanto che il mitico re Argantonio si è permesso il lusso di finanziare la ristrutturazione delle mura della città di Focea e di offrire nuova terra per concedere una nuova patria per i Focei in fuga(5)).
    Perché un greco, dopo aver costruito a tavolino la storiella dell'arrivo in Sardegna di Aristeo e di Dedalo al suo seguito, come portatori di civiltà (avrebbero insegnato agli abitanti locali la coltivazione dell'ulivo e l'edificazione dei Nuraghi), avrebbe dovuto inventarsi la fondazione della prima città in terra sarda da parte di un condottiero iberico-tartessico ?
    La notizia a ben vedere potrebbe non essere una pura invenzione; potrebbe addirittura far riferimento al mito di fondazione tramandato dai cittad
    ini della città sarda. Che Tartesso fosse in Iberia come abbiamo già visto era ormai più che una convinzione per gli autori latini che interpretavano gli antichi miti a loro modo.

  3. - Quest'ultima ipotesi è sostenuta anche da un'altra prova concreta, la più concreta mai trovata dell'esistenza storica di Tartesso.
    iscrizione di Nora
    La famosissima quanto problematica iscrizione di Nora.
    Sottolineata in rosso la parola TRShSh, la Tartesso degli autori greci.
    Il documento più antico, per altro molto controverso, che parlerebbe della nota località è stato ritrovato in Sardegna, nelle campagne di Pula, vicino a Nora. Si tratta della famosa iscrizione in caratteri fenici ritrovata nel XIX sec. e da allora oggetto di studi da parte di moltissimi esperti che hanno fornito diverse traduzioni anche molto discordanti fra loro, indice questo di grosse difficoltà interpretative.
    La prima riga però per la maggior parte degli studiosi dovrebbe leggersi b-TRShSh = in T(a)rsh(i)sh, ovvero "in Tartesso".
    E' la prova che Nora in antichità avrebbe avuto anche il nome di Tartesso; è la prova che la Sardegna ha avuto la sua Tartesso, probabilmente l'unica mai esistita.
    Tutto questo sembra non lasciar molto spazio ad altre possibilità : è Nora la mitica Tartesso? Teniamo presente che Sallustio, Pausania sanno di Norace che giunge a Nora dall'Iberia. Frau ci ha ricordato che per gli antichi il termine iberia in origine era sinonimo di "occidente" e solo con la definizione precisa della geografia dell'ovest ha coinciso con l'attuale penisola Iberica(6). E' possibile quindi che Norace arrivasse dall'occidente... da quale ?
    Anche la scomparsa del nome Tartesso nell'area di Pula deve farci riflettere: appartenendo probabilmente il nome TRShSh al sostrato mediterraneo è difficile che qualcuno si fosse preso la briga di cambiarlo in Nora nome altrettanto antico e altrettanto indigeno !
    Della città non si sa più nulla dalla fine del VI sec. a.C. Nella Spagna sud occidentale i Punici non arrivarono se non a cavallo delle prime due guerre che li videro contrapposti ai romani; in Sardegna i Punici combatterono, subirono delle sconfitte e presumibilmente ebbero la meglio alla fine, proprio a cavallo fra VI e V sec. a.C. !
    Se i Punici avessero sconfitto gli eserciti di Tartesso e distrutto o, nella migliore delle ipotesi, occupato la città, difficilmente riedificandola le avrebbero assegnato un nome tanto sardo che più sardo non si può. Le avrebbero lasciato lo stesso nome oppure, data l'enorme fantasia di cui erano solitamente dotati, le avrebbero affibbiato il solito nome di "Città Nuova". Tale circostanza diventerà un'abitudine solo qualche secolo dopo.
    E' possibile che i Punici, consapevoli dell'importanza della conquista effettuata e volendo comunque onorare una "città" che aveva contribuito all'ascesa della propria madre "Tiro" abbiano optato per un nome che fosse una dedica alla Tiro Fenicia. Il Fara descrivendo l'entroterra di Tharros dice: "[...]S.Marco di Sinis: si estende tutta in pianura sul versante occidentale, [...] si incunea fra i monti Menomeni ed il corso del fiume Tramatza per giungere sino ai confini del Montiferru [...]. Vi si erano un tempo insediati i Celsitani, popolazione menzionata da Tolomeo, e scomparve l'antica città nota allo stesso come Tharros e nella "Storia di Sant'Efisio" ed in altri antichissimi documenti come "Tiro"(7). Questo passaggio del Fara è utilizzato dal Wagner per evidenziare la radice comune del sardo Tharros e dell'ebraico Zar con cui era nota l'antica Tiro(8). E' possibile allora che fosse Tharros e non Nora l'antica Tartesso?

  4. - Esiste un'altra iscrizione, molto simile a quella di Nora, però su un frammento ceramico: il coccio di Orani. Anche in esso si legge b-TRShSh, stavolta però il reperto è stato ritrovato nel centro-nord Sardegna !
    Dobbiamo ad un'altro straordinario ricercatore l'interpretazione e la divulgazione di queste iscrizioni che, oltre a testimoniare ciò che viene negato quasi da tutto il mondo accademico (la presenza della scrittura in ambiente nuragico), contribuiscono a chiarire alcune zone d'ombra della storia e della geografia antica dell'Occidente.
    Il professor Gigi Sanna(9) reinterpreta l'iscrizione di Nora anche grazie al coccio di Orani e vi legge non solo il nome (Tarsos)(10) dell'antica Tharros, ma anche quello (Gorra)(11) della città di Cornus, centro della rivolta antiromana ai tempi della II guerra punica. Sono due fra le città più importanti della Sardegna occidentale nell'antichità e, ripeto, occidentale, con di fronte tanto mare e al di là l'ignoto !

  5. - Un'ulteriore prova sembra fissare definitivamente nell'ambito del golfo di Oristano (e quindi verso Tharros) la mitica Tartesso. Abbiamo detto della non persistenza del toponimo in area Andalusa: non solo non esiste Tartesso, ma nessun altro toponimo sembra ricordare quello della mitica località. Lo stesso invece non può dirsi per la Sardegna, dove invece esiste ancora oggi una fondamentale testimonianza, il nome del fiume più importante dell'isola, il Tirso. Approfondiremo l'argomento nel paragrafo seguente.

  6. - La "prova" seguente non è fondamentale anche perché non esclusiva per la Sardegna! Tutte le fonti più antiche parlano di uno stretto legame fra Tartesso e i metalli pregiati. La seconda isola del Mediterraneo è ed era famosa per le sue ricche vene d'argento. La Spagna può però vantare giacimenti di stagno e d'oro, praticamente assenti nell'isola. La corretta definizione di quel fiume Tartesso degli antichi, che trasportava ora l'uno ora l'altro metallo fin dentro le mura delle città, risolverà a favore della Sardegna, e in particolare di Tharros, anche questa questione.

  7. - Se la Tharshish biblica era la Tartesso dei greci, in quel luogo l'archeologia deve documentare l'esistenza di una civiltà particolarmente evoluta a partire dal II millennio a.C. (il libro della Genesi, dove già si parla di Tarshish, è stato composto presumibilmente a metà del II millennio a.C.) fino alla metà del I millennio a.C. (l'ultima citazione biblica di Tarshish è presente nel libro di Giona, datato tradizionalmente al V sec. a.C.).
    E' superfluo far notare che l'unica GRANDE civiltà dell'occidente che si è sviluppata ininterrottamente in quell'arco di tempo è quella Sarda dei Nuraghi. In quel luogo l'archeologia deve anche testimoniare i legami tra fenici e il regno del re Argantonio, a partire da epoche sufficientemente remote !
    Questo avviene nell'estremo occidente sicuramente per la Sardegna, dove l'archeologia ufficiale fa di tutto per postdatare i ritrovamenti, al fine di evitare di dichiarare l'esistenza di colonie fenicie in terra sarda anteriori l'VIII sec. a.C.(12).
    L'esatto contrario avviene nella penisola iberica dove gli sforzi sono tutti rivolti a retrodatare il più possibile i ritrovamenti "fenici" proprio per arrivare a quell'VIII sec. a.C., appena sufficiente per considerare in qualche modo attendibili i riferimenti a quelle terre nei racconti degli antichi.

  8. - Le visite alla città da parte di navigatori greci e le relative notizie cessano intorno al 500 a.C. Questo fatto è stato giustificato per diversi decenni, da parte dei sostenitori di una Tartesso spagnola, come dovuto alla chiusura dello stretto (di Gibilterra) operata da Cartagine, che avrebbe impedito, proprio in quegli anni, la navigazione oltre lo stretto a tutti i mercanti non punici.
    Venuta a cadere tale teoria, automaticamente si è riproposto il problema Tartesso e del perché della sua decadenza e conseguente scomparsa. La Tartesso sarda (e non fenicia) a cavallo del 500 a.C. ha dovuto sicuramente affrontare una delle sue più dure battaglie o forse ha deciso per la sottomissione senza spargimento di sangue in cambio di una vita dignitosa.

Mario Cabriolu

Tartesso
nel mito
Tartesso
e la penisola Iberica
Il fiume Tartesso,
la via dello stagno
Tartesso
ed Erythia
Le città dell'isola
e la guerra
nel Mare Sardo
Conclusioni
Appendice :
Tartesso e La Bibbia
Bibliografia

NOTE

  1. Erodoto, Storie, libro I.163

  2. S.Frau, Le Colonne d'Ercole, op. cit., p. 145 e segg.

  3. Pausania , X, v. 4: "Dopo Aristeo passarono in Sardegna gli Iberici, avendo come condottiero Norace, e fu da questi edificata la città di Nora: questa è la prima città che si rammenta ci sia stata nell'isola: dicono inoltre che Norace fosse figlio di Erithia nata da Gerione e Mercurio". Pausania è vissuto fra il 120 e il 180 d.C.

  4. Solino, IV, 1-2: "[...]Non importa dunque narrare come Sardo, nato da Ercole, Norace da Mercurio, l'uno dall'Africa e l'altro da Tartesso della Spagna, arrivassero sino a quest'isola, e da Sardo si sia denominata la regione, e da Norace la città di Nora"

  5. Erodoto, Storie, libro I.163

  6. Il toponimo, che i greci al solito facevano risalire ai locali, pare fosse a questi ultimi sconosciuto. Si parla di un fiume Iberos che però era il nome dell'attuale Ebro, posto nella parte orientale della penisola iberica !!

  7. I.F.Fara, Opera 1 In Sardiniae Corografiam, Ed. Gallizzi, Sassari 1992, pp. 194-195

  8. S. Frau, Le Colonne d'Ercole, op. cit., p. 599.
    Il giornalista romano, scoprendo, in base a non poche testimonianze degli antichi, la probabile esistenza di una Tiro dell'Occidente, propone anche una sua localizzazione a Tharros. Non c'è motivo di ritenere che Tartesso e la Tiro dell'occidente fossero località distinte. Le testimonianze bibliche a questo proposito confermano lo stretto legame fra Tartesso e la Tiro d'oriente!

  9. G. Sanna, Sardôa Grammata, op. cit

  10. G. Sanna, Sardôa Grammata, op. cit., pp. 534-538

  11. G. Sanna, Sardôa Grammata, op. cit., pp. 534-538

  12. Il ritrovamento, in terra sarda e non solo, di reperti prodotti in oriente viene sempre associato a mercanti fenici.Se mai ci furono contatti diretti, in oriente, fra mercanti sardi e le civiltà del levante (fatto questo documentato soprattutto nel lavoro di G. Sanna, Sardôa Grammata, op. cit.), perché dobbiamo escludere la possibilità che gli stessi Sardi, soprattutto quelli delle coste, da un certo momento in poi, abbiano subito l'influenza culturale di quelle civiltà e quindi abbiano cominciato a costruire all'orientale, a realizzare vasi all'orientale, ecc. ecc. Non si vuole con ciò escludere l'esistenza di colonie fenicie nell'isola, ma contestare la posizione di chi vuole il sardo chiuso, refrattario al nuovo, tendente all'isolazionismo: i fatti dimostrano ben altro. E allora perché non è possibile affermare che anche i sardi, e soprattutto loro, a partire dall'VIII sec. a.C., contribuirono a quella nuova età edificatoria per la Sardegna,che si sviluppò normalmente intorno ai vecchi villaggi nuragici, con nuovi stili ripresi da modelli "visti" in oriente.

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